Domande e risposte

Che differenza c’è tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista, e psichiatra?

Lo psicologo è laureato in psicologia. Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto nell’apposito albo professionale.
La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Lo psicologo non puo’ svolgere attività di psicoterapia.
Lo  psicoterapeuta è quel professionista che dopo essersi laureato e abilitato mediante l’esame di Stato, ha conseguito la specializzazione almeno quadriennale in psicoterapia, in una delle varie scuole pubbliche o private attualmente autorizzate dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca). La legge italiana prevede che lo psicoterapeuta sia in possesso di una laurea in psicologia o in medicina e chirurgia.
Lo psicoanalista è uno psicoterapeuta che si ispira alla psicanalisi di Sigmund Freud e dei suoi successori.
Lo psichiatra è un laureato in medicina e specializzato in psichiatria. Questo fa sì che lo psichiatra abbia una preparazione dettagliata sugli aspetti biologici delle patologie psichiche e che, in quanto laureato in medicina, possa somministrare farmaci. Il suo intervento è solitamente focalizzato sul trattamento farmacologico, senza tuttavia dimenticare l’importanza del rapporto medico-paziente e degli aspetti psicologici che rientrano nei disturbi mentali.

Cosa si fa in una psicoterapia?

In terapia si cerca di coinvolgere e stimolare le persone a un livello sia emotivo sia cognitivo affinché possano ampliare la loro visione delle cose, che tende a essere fortemente limitata e rigida nel momento in cui si affrontano situazioni personali problematiche, dove l’oggettività e la flessibilità vengono a mancare. Lo Psicoterapeuta accoglie il paziente in un contesto positivo e di non giudizio. Il suo lavoro consiste nel mettere a disposizione della persona le proprie conoscenze scientifiche per costruire insieme un percorso che porti al benessere personale, familiare e sociale.

Quali strumenti usa uno psicoterapeuta?

Lo strumento primo dello Psicoterapeuta  è la “relazione”. La relazione terapeutica si costruisce a partire da una domanda di cambiamento e dalla costruzione di un rapporto di fiducia con il terapeuta, che accompagna il cliente nel viaggio alla scoperta del proprio mondo. Attraverso il colloquio il cliente racconta la sua storia, le sue esperienze passate e presenti, le emozioni connesse; il terapeuta utilizza la parola per proporre interpretazioni, chiarimenti e indicare le relazioni tra i diversi contenuti psichici che emergono durante il lavoro terapeutico. Uno psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci.

Quanto dura una psicoterapia?

La durata di una psicoterapia è molto variabile e dipende da numerosi fattori, quali ad esempio: la complessità del problema, le aspirazioni del paziente, le sue possibilità economiche, la teoria di riferimento dello psicoterapeuta.

Esiste un codice deontologico degli psicologi e degli psicoterapeuti?

Si, puoi trovarlo qui.
La deontologia professionale consiste nell’insieme delle regole comportamentali, il cosiddetto “codice etico”. Talune attività o professioni, a causa delle loro peculiari caratteristiche sociali, devono rispettare un determinato codice comportamentale il cui scopo è impedire di ledere la dignità o la salute di chi sia oggetto del loro operato. Ecco perché gli ordini professionali hanno elaborato codici di deontologia.  Il codice deontologico è la guida comportamentale per tutti gli psicologi iscritti all’ordine professionale.

E’ possibile verificare se un professionista è abilitato all’esercizio della professione?

Certo, per cercare un professionista è possibile consultare il sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi. Se non si conosce l’ordine regionale di appartenenza è possibile lasciare il campo di ricerca vuoto.
Io sono iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Andare dallo Psicologo o dallo Psicoterapeuta vuol dire che arrivo a pensare idee non mie?

Per formazione, lo psicologo è consapevole del fatto che, nell’esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri; proprio per questo ha il dovere di prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici del cliente/paziente, onde evitare di influenzarlo e di utilizzare indebitamente la sua fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza e fragilità indotte dal disagio. (art. 3 C.D.) Ciò vuol dire che lo psicologo/psicoterapeuta ha il dovere di aiutare il cliente/paziente ad essere più consapevole delle proprie idee, dei propri bisogni e desideri, delle proprie risorse e dei propri limiti, della realtà che lo circonda in modo che egli possa meglio auto-determinarsi, nel rispetto dunque delle sua individualità e soggettività.  (art. 4 C.D.).
C’è da tenere presente che il fondamento etico del Codice Deontologico degli Psicologi riprende i principi fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Lo psicologo/psicoterapeuta ha il dovere di non operare “discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.”  (art. 4 C.D.)

Lo Psicologo/Psicoterapeuta può raccontare, ad esempio a parenti e amici, ciò che gli dirò o che vado da lui?

Lo Psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Egli non può rivelare a nessuno notizie, fatti o informazioni apprese dal cliente/paziente nel rapporto professionale con lui, neanche può informare alcuno circa le prestazioni professionali effettuate o programmate. (art. 11 C.D.)  Ciò vuol dire che lo Psicologo/Psicoterapeuta non può dare nessuna informazione – neanche a eventuali familiari o amici che dovessero contattarlo – sia su ciò che il cliente/paziente gli dice, sia sul fatto che quella persona è o è stato un suo cliente/paziente.

Si può diventare amici o intimi con lo Psicologo/Psicoterapeuta con cui si ha un rapporto professionale?

L’oggetto delle prestazioni psicologiche è il benessere della persona che chiede aiuto o cura. Questo è possibile se tra Psicologo/Psicoterapeuta e cliente/paziente vi è una adeguata distanza emotiva che consenta allo Psicologo/Psicoterapeuta di rimanere obiettivo e teso al dare, senza la tentazione di tutelare interessi sentimentali e sessuali propri o di altri che non siano la persona che sta aiutando. La distanza emotiva, infatti, è resa possibile anche dal fatto che lo Psicologo/Psicoterapeuta non sia coinvolti in rapporti affettivo-sentimentali o sessuali non solo con il cliente/paziente, ma anche con suoi familiari e amici, poiché tali rapporti possono generare, anche inconsciamente, confusione di ruoli e nuocere al rapporto professionale. Per questo lo psicologo ha il dovere di evitare commistioni tra ruolo professionale e vita privata. (art. 28 C.D.)

Lo Psicologo/Psicoterapeuta può decidere di interrompere il rapporto professionale?

Lo Psicologo/Psicoterapeuta ha il dovere di proporre al cliente/paziente l’interruzione del rapporto professionale quando constata che egli non trae alcun beneficio dalle sue prestazioni e valuta ragionevolmente che non ne trarrà dal proseguimento della cura stessa. Tale interruzione è una proposta che normalmente è auspicabile che sia discussa  e decisa insieme. In questi casi il cliente/paziente può chiedere allo Psicologo/Psicoterapeuta informazioni necessarie a ricercare altri e più adatti interventi. (art. 27  C.D.)